"Il filosofare, oggi, ha perso il suo luogo.
Si pretenderebbe che gli siano rimaste le aule universitarie, dalle quali però risuona soltanto uno squittio di topi.
E così siamo stati tutti defraudati del potere di interrogare e rispondere, a vantaggio dei cosiddetti professori, che dovrebbero pensare per noi: esserini modesti, che hanno fisionomia da
bancari e cercano di far garantire dall’istituzione università la verosimiglianza dei loro ragionamenti.
Questo è il quadro.
Che mi fa dire che uno si porta il filosofare con sé .
E se è sul palcoscenico o davanti a una determinata platea, allora il filosofare è lì.
Non è la cattedra a garantir serietà .
Infatti, in una piazza hai a che fare con passioni, emozioni, ragionari che ti investono in prima persona. Dovremmo preferire la gelida e insignificante sala di un convegno, dove si svolgono
interventi prestabiliti e monatologici dei professori?"
Manlio Sgalambro, "la Repubblica", 20 febbraio 2011
Post di Wanda Rondino
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Alessandro (martedì, 22 maggio 2012 15:27)
Non si diventa filosofi studiando filosofia.