Aristotele



PROTREPTICO

Esortazione alla filosofia

 

 

1

Protreptico di Aristotele, che questi scrisse per Temisone, re dei Ciprioti, dicendo che a nessuno appartenevano più beni che a lui in relazione al filosofare; egli infatti aveva la più grande ricchezza, sì da poter spendere a questo scopo, e inoltre gli apparteneva la fama.

 

2

[Ma i beni esterni] possono anche impedire, a coloro che li preferiscono, di fare qualcuna delle cose che dovrebbero. Perciò, considerando la cattiva sorte di costoro, bisogna evitarla e ritenere che la felicità non consista tanto nel possesso di molte cose, quanto piuttosto in una certa condizione dell'anima. Infatti, a proposito del corpo, si può dire che è beato non quello che è adorno di uno splendido vestito, ma quello che gode buona salute ed è di eccellente costituzione, anche
se non ha nessuna delle cose che abbiamo menzionate. Allo stesso modo, anche a proposito dell'anima, si deve dire felice quell'anima, anzi quell'uomo che ha ricevuto un'educazione, non quello che è splendidamente adorno di cose esteriori, ma di per se stesso non vale nulla. Neppure, infatti, proposito di un cavallo stimeremo di qualche valore quello che ha un morso d'oro e finimenti costosi, e tuttavia e scadente, ma apprezzeremo maggiormente quello che e di eccellente costituzione.

 

3

Oltre alle cose dette, a coloro che non valgono nulla accade che, qualora si trovino nell'abbondanza, gli averi hanno più valore persino dei beni dell'anima, il che è la cosa più turpe di tutte. Come, infatti, se uno fosse peggiore dei suoi servi, diventerebbe ridicolo, allo stesso modo coloro ai quali è accaduto che gli averi siano di maggior valore della propria natura, questi si deve ritenere che siano miserevoli.

 

4

Le cose stanno veramente così, poiché la sazietà, come dice il proverbio, genera prepotenza, mentre la mancanza di educazione, accompagnata da molti mezzi, genera stoltezza. In effetti, per coloro che sono di cattiva costituzione nelle cose che riguardano anima, né la ricchezza, né la forza, né la bellezza sono dei beni, ma quanto più queste ricchezze sovrabbondino, tanto più gravemente e più spesso rovinano colui che le possiede, qualora sopraggiungano senza la saggezza. Il detto «non dare un coltello a un bambino» significa infatti non procurare molti mezzi a coloro che non valgono nulla.

 

5

La saggezza, d' altra parte, tutti ammetterebbero che deriva dall'imparare e dal ricercare quelle cose delle quali la filosofia ci ha fornito le capacità, sicché come non si dovrebbe senza esitazione filosofare?

 

 

Aristotele, Protreptico. Esortazione alla filosofia, trad. it. di E. Berti, utet, Torino 2000