VITA E DOTTRINA

Eraclito, figlio di Blosone, o, come sostengono alcuni, di Eraconte, fu di Efeso. Fiorì durante la sessantanovesima olimpiade [504-501]. Ebbe elevato sentire, più di chiunque altro, e fu altero e sprezzante, come risulta anche dalla sua opera scritta. [...]

Pregato poi dai suoi concittadini di istituire leggi, si rifiutò di farlo, adducendo il motivo che la città era già dominata da una cattiva costituzione. Ritiratosi presso il tempio di Artemide, giocava a dadi con i bambini e, poiché gli Efesini gli si fecero attorno, disse: "Di che cosa, o pessima gente, vi meravigliate? Non è forse meglio fare questo, piuttosto che prendere parte alla vita politica insieme con voi?". Da ultimo divenne un misantropo, e passava la sua vita vagando sui monti, cibandosi di erbe e vegetali. Quando, per questo tipo di vita, si ammalò di idropisia, ritornò in città e, in modo enigmatico, domandò ai medici se fossero in grado di produrre siccità in un'inondazione. Essi non capirono, ed egli, rinchiusosi in una stalla di buoi, cominciò ad aspettare, nella speranza di liberarsi dall'acqua di liberarsi dall'acqua, facendola evaporare grazie al calore dello sterco di bue. Ma, siccome non riusci a ottenere nulla nemmeno in questo modo, morì dopo avere vissuto sessant'anni. [...]

 

Fu straordinario fin da bambino. Quando era giovane, soleva dire di non sapere nulla; invece, divenuto maturo, diceva di sapere tutto. Non seguì le lezioni di nessuno, ma disse di avere indagato se stesso, e di avere appreso tutto quanto da sé. [...]

Il libro tramandato sotto il suo nome è un trattato dal tema principale Sulla natura. [...] Eraclito lo depose come offerta nel tempio di Artemide, a detta di alcuni, dopo averlo scritto nella forma più oscura possibile, affinché vi si accostassero solo quelli che erano in grado di capirlo, e perché non venisse disprezzato per essere scritto in uno stile accessibile a tutti.

Il suo scritto ottenne tanta fama che da lui sorse un indirizzo filosofico, i cui membri furono chiamati Eraclitei.


[Diogene Laerzio, Le vite dei filosofi]

 

Diels-Kranz, I presocratici, a c. di Giovanni Reale, 2008, Bompiani, Milano, pp. 318-319