David George Ritchie

 

Razionalità e Natura

 

da Natural Rights

 

 

Razionalismo, scetticismo, pessimismo, cieca sottomissione sono una concatenazione troppo familiare nella storia dei credo politici e religiosi. C'è una via di fuga? Solo attraverso un razionalismo coerente a se stesso, capace di vedere razionalità non nella mera mente dell'individuo, ma nel lavorio concreto dello spirito umano, nelle stesse istituzioni etiche, politiche e religiose, che lo stesso razionalismo, quando mosse i suoi primi passi, classificò “non naturali”. Non sono “naturali” nella misura in cui “natura” indica le cieche forze della natura, che operano in una sola direzione; ma sono lo sviluppo degli elementi più alti che conosciamo nella natura intesa come l'intero universo: il pensiero e il volere dell'uomo. Il fatto stesso che non siano concordi con la mera natura dimostra che sono di un tipo più alto; anche gli errori dei credo e delle istituzioni umani sono la prova che la ragione si sta dibattendo per riuscire ad esprimersi in loro. Dobbiamo sbarazzarci della semplicistica antitesi fra “natura” e “convenzione”, dell'illogico accostamento di una fede troppo grande nella ragione, che critica e giudica le istituzioni malvagie, e di una fede troppo misera nella stessa ragione che creò a suo tempo quelle istituzioni, per quanto imperfette, e le inglobò in sé. La famosa affermazione di Aristotele, «l'uomo è per natura un animale politico», è illuminante per quanto riguarda la distanza che separa la sua visione di “natura” e quella dei sofisti. Questa locuzione è spesso citata come se Aristotele volesse significare solo che l'uomo è un animale gregario. Intendeva invece molto di più. Al livello più infimo l'uomo è gregario – caratteristica che spartisce con molti altri animali. Ma l'uomo non si avvale delle opportunità che gli si offrono se non come membro di una comunità politica. La vera “natura” di qualcosa non è da ricercarsi nelle sue fasi più rozze, meschine ed elementari, ma nel suo sommo sviluppo; e per Aristotele la polis greca, con la sua vigorosa vita politica, con le sue occasioni in intraprendere relazioni amichevoli, la sua arte, la sua filosofia, era la più alta organizzazione sociale. Ecco come, se si domanda se esiste qualcosa di giusto per natura, la risposta di Aristotele sarà: per natura ciò che è giusto non lo è a prescindere dalle istituzioni politiche (cosa che peraltro non ha significato per lui), ma in linea con le istituzioni dello Stato migliore o ideale. Come valeva per Platone, per scoprire cos'è la giustizia dobbiamo osservare la società ideale, che è la giustizia “all'ennesima potenza”.

 

tr. it. di Sabrina Salvato