FEDE E RAGIONE


di Emanuele Severino



Nella dottrina della Chiesa, l'affermazione dell'armonia di fede e ragione non riesce ad essere più che un atto di fede. Ma la Chiesa, da un lato, evita di qualificare tale affermazione come un atto di fede - e in questo modo lascia che essa funzioni di fatto come una verità di ragione (e quindi la Chiesa si pone, di fatto, come depositaria esclusiva anche della verità filosofica); dall'altro lato evita anche di qualificare esplicitamente tale affermazione come una verità di ragione, giacché non può non rendersi in qualche modo conto che con questa seconda qualificazione sarebbe proprio essa Chiesa a negare quel carattere soprannaturale della verità cristiana, che ha invece difendere contro la gnosi.

 

L'atteggiamento esplicito della Chiesa risulta quindi da una doppia incoerenza: 1) si lascia che di fatto funzioni come 'verità naturale' ciò che in realtà è soltanto un atto di fede; 2) si evita di qualificare come 'verità naturale' ciò che di fatto si lascia funzionare come 'verità naturale'. In questo modo, la dottrina della Chiesa è insieme 'fideismo' e 'gnosi'.

[E. SEVERINO, Risposta alla Chiesa, in Essenza del nichilismo, Adelphi, Milano, 1982, p. 336]