LA TOTALITÀ

 

DELLE LUCI

 

DI EMANUELE SEVERINO



Chi tien fermo, nell'incontro col Sacro, il solo momento della soggettività, sottintende che il singolo possa decidere il suo destino indipendentemente dalla direzione presa dalla storia dei popoli
(indipendentemente cioè dall'oggettività che nella storia vien suscitata). [...] Non si sospetta neppure che il singolo possa aver sempre ed essenzialmente a che fare con la storia del mondo - cioè con la storia dell'apparire dell'essere -. e che dunque non gli possa essere indifferente nemmeno il più lontano passato e il più lontano futuro dell'uomo, e quindi il modo in cui nel passato e nel futuro l'uomo si incontra col Sacro.
Eppure, la storia dei popoli determina la misura del rapporto dell'uomo con l'essere; porta alla luce la terra su cui ognuno dovrà camminare. Il modo in cui l'essere appare al singolo ed è destinato ad apparirgli dipende dal modo in cui i popoli portano a compimento l'apparire totale dell'essere. [...] Io non sono una determinazione empirica, ma l'attuale ed eterno apparire dell'essere; e nel contenuto dell'apparire attuale si riflette ogni compimento, giacché se l'essere è circondato da altre luci, oltre a quella in cui consiste l'apparire attuale, il contenuto attuale resta determinato dal modo in cui l'essere viene svelato dalla totalità delle luci.
Il filosofo è il singolo che guida il compimento dell'essere, nello stesso modo in cui la nave è guidata dal pilota: per il quale è sottinteso che i suoi gesti, portando in salvo la nave, portano in salvo anche lui. Ma ci sono i gesti che salvano e quelli che perdono: così come i popoli possono rapportarsi all'intramontabile percorrendo il sentiero della Notte o il sentiero del Giorno.
L'impegno per l'universale e l'oggettivo è allora il più radicale impegno esistenziale e soggettivo.  Kierkegaard non sa vedere l'impegno esistenziale nella Weltgeschichte. Ma l'autentica Weltgeschichte non è soltanto la comprensione del senso di ciò che è rimasto svelato nel passato, ma la predisposizione di ciò che resta da svelare.

 

[SEVERINO, Emanuele, Il sentiero del Giorno, in Essenza del nichilismo, Adelphi, Milano, pp. 155-156]