IL PECCATO ORIGINALE

di G. W. F. Hegel

 

Postato da Federico Olimpieri

 

 

Vi si narra (nei libri ebraici, specialmente in Genesi, N.d.R.) che l'uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, avrebbe perduto il suo stato di assoluta soddisfazione per aver mangiato dall'albero della conoscenza del bene e del male. Qui il peccato consiste solo nella conoscenza: questa è l'elemento peccaminoso e per causa sua l'uomo si è giocato la felicità naturale. Solo la coscienza dà luogo alla separazione dell'Io, inteso secondo la sua infinita libertà come arbitrio, dal puo contenuto della volontà, del bene. E' una profonda verità: il male risiede nella coscienza; infatti gli animali non sono né buoni né  malvagi, e così il semplice uomo naturale. La conoscenza è peccato originale come superamento dell'unità naturale; perciò quel peccato non è una storia accidentale, bensì è la storia eterna dello spirito. Lo stato d'innocenza, questa condizione paradisiaca, è lo stato animale.  Il paradiso è un parco, dove possono rimanere solo gli animali, non già l'uomo. L'animale è in unità con Dio, ma solo in sé. Soltanto l'uomo è spirito, ossia è per se stesso. Ma questo essere per sé , questa coscienza sono nel medesimo tempo la separazione dal divino universale. Quando mi mantengo nella mia astratta libertà contro il bene,  ecco il punto di vista del male. Perciò il peccato originale è il mito eterno dell'uomo, è il peccato tramite il quale l'uomo si fa uomo.

[G.W.F Hegel, Lezioni di filosofia della storia, trad. it. di G. Bonacina e L. Sichirollo, Laterza,Roma, 2003, pag. 267.]