ERMENEUTICA GENERALE

 

(1809-1810)

 

di Friedrich Schleiermacher



Prop. 1
L'ermeneutica si basa sul fatto della non comprensione del discorso.

 
Considerata nella sua massima generalità anche nella lingua materna e nella vita comune.

Prop. 2 La non comprensione è in parte indeterminatezza, in parte ambiguità del contenuto.


Vale a dire pensata senza ascrivere la colpa a chi discorre.

Prop. 3 L'arte dell'interpretazione è quindi l'arte di entrare in possesso di tutte le condizioni proprie della comprensione.

Prop. 4 Altri vi annoverano a torto anche l'esposizione della comprensione.

 

[...] Ma questa esposizione è anch'essa un genere di composizione ed è quindi a sua volta oggetto dell'ermeneutica. - La causa risiede nell'etimologia greca della parola.

Prop. 6 Soltanto mediante la comprensione del discorso umano si perviene alla lingua stessa e alla conoscenza delle cose sovrasensibili.

 

L'ermeneutica non è quindi costruita sulla conoscenza linguistica, ma c'è un rapporto reciproco tra le due che rende difficile determinare i limiti.

Prop. 7 Dal momento che pratichiamo l'interpretazione in questo senso fin dall'infanzia si potrebbe ritenere che la teoria sia superflua.


Ciò che è più comune si comprende da sé; ciò che è superiore è una faccenda di competenza del talento e del genio, il quale s'ingegna anche da sé.

Prop. 9 I veri e propri linguisti e intenditori dell'arte del discorso non l'hanno elaborata, ma si sono accontentati della pratica.

Prop. 10 Il rapporto è lo stesso che in tutte le teorie dell'arte.
Non formano l'artista. Ma quanto più l'interprete è artista , tanto più è interessante osservare la sua operazione.

Prop. 11 L'operazione dell'ermeneutica non deve iniziare soltanto là dove la comprensione diventa incerta, ma dal primo inizio dell'impresa di voler comprendere un discorso.

Prop. 12 Il fine dell'ermeneutica è la comprensione nel senso supremo.

 

Massima inferiore: si è compreso tutto ciò che si è realmente colto senza imbattersi in una contraddizione. Massima superiore: si è compreso unicamente ciò che si è ricostruito in tutte le sue relazioni e nel suo contesto. - A questo scopo conviene anche comprendere lo scrittore meglio di quanto egli stesso si sia compreso.

Prop. 23 [...] In primo luogo, nessun discorso dato può essere compreso solamente mediante se stesso.
 
Prop. 24 Ogni discorso o scritto può essere compreso unicamente in un conteso più ampio.

Prop. 25 Non c'è comprensione corretta se non nel progredire di uno studio approfondito.

Prop. 27 Pertanto, in secondo luogo, non solo la comprensione del tutto è condizionata da quella del singolo elemento, ma anche, viceversa, la comprensione del singolo elemento è condizionata da quella del tutto.

 
Infatti, se il singolo elemento deve essere compreso come membro della sequenza, devono essere noti anche l'esponente, la tendenza, il modo del tutto; e se il singolo elemento deve essere compreso come prodotto della lingua, deve essere già noto con quale uso linguistico in generale si abbia a che fare.

Prop. 30  La comprensione nasce nel momento in cui le due operazioni si completano vicendevolmente, l'immagine del tutto diventa più completa mediante la comprensione del singolo elemento e il singolo elemento viene compreso in modo sempre più completo quanto più si ha una visione dìinsieme del tutto.


Anche questo punto dimostra che la comprensione è arte.

Schleiermacher, F. L'Ermeneutica generale del 1809-1810 nella trascrizione di August Twesten del 1811, in Ermeneutica, ed. it. a c. di M. Marassi, Rusconi, Milano, 1966, pp. 195-207