LA FILOSOFIA

 

[Con la filosofia] ciò che prima ci appariva più familiare e acquisito, ora ci colpisce come ostile o per lo meno nuovo e strano. […] Che l'universo sia tutto composto di materia è la nozione più chiara e intelligibile, finché facciamo astrazione da noi che la pensiamo e la formuliamo; ma la nostra presenza oscura complica tutto. Un pensiero che pensa la materia è un'apparizione nuova in un mondo tutto materiale. Rappresenta esso una maniera d'essere particolare della materia? O qualcosa di diverso e distinto? O la materia stessa è un nostro modo di vedere e di pensare? Ecco delle questioni, delle prospettive nuove, che variano e sconvolgono il volto consueto delle cose, quanto le facciamo uscire dalla loro impassibilità oggettiva per guardarle in rapporto con noi. […]

 

Ora, se da una parte è vero che la filosofia è comune a tutti gli uomini, perché nessuno è così immerso nelle cose esteriori che non si risvegli talvolta alla coscienza di sé, dall'altra parte non è men vero che la filosofia è una delle attività più inconsuete e rare. L'uomo comune ha una filosofia appena incoata, un punto di vista sulle cose abbozzato soltanto, che spesso coesiste con altri punti di vista divergenti o contraddittori. Invece il filosofo propriamente detto ha la capacità di sviluppare in un logico organismo d'idee la sua intuizione del mondo, di esaminare ed indirizzare ogni contenuto di vita e di esperienza dal suo ben definito angolo visuale. Questa virtù è estremamente rara: essa consta d'un abito di scienza e d'una forza di carattere che pochissimi uomini posseggono.

 

 

Guido De Ruggiero, Breve storia della filosofia, I