JOHN STUART MILL

 

 

De Tocqueville on Democracy in America

 

(1835)

 

 

[L'IDEA DI DEMOCRAZIA]

 

 

 

L'idea di una democrazia razionale non è che il popolo stesso governi, ma che esso abbia garanzia di buon governo. Questa garanzia non si può avere con altro mezzo che conservando nelle proprie mani il controllo ultimo. Se si rinuncia a questo, ci si consegna alla tirannia. È sicuro, nel complesso, che una classe di governo non responsabile di fronte al popolo lo sacrificherà alla ricerca dei propri interessi e inclinazioni particolari. […] In nessun governo gli interessi del popolo saranno l'obiettivo da raggiungere, eccetto dove il popolo è in grado di destituire i suoi governanti appena la devozione di questi ultimi ai suoi interessi diviene dubbia. Ma questo è popolo? Ammesso che sia possibile assicurarsi delle buone intenzioni dei suoi membri, il miglior governo – occorre forse dirlo? – dev'essere quello dei più saggi, e questi devono sempre essere pochi. Il popolo deve essere il padrone, ma un padrone che deve impiegare servitori più abili di se stesso: come un ministro che deve affidarsi a un comandante militare, o quest'ultimo quando si affida a un ufficiale medico. Quando il ministro cessa di avere fiducia nel comandante lo destituisce e ne nomina un altro; però non gli manda le istruzioni sui luoghi e i tempi in cui combattere. Lo ritiene responsabile solo per i risultati. Il popolo deve fare lo stesso. Ciò non rende futile il suo controllo. Il controllo del governo sul comandante del suo esercito non è futile. Il controllo che un uomo esercita sul suo medico non è futile, sebbene non gli ordini che medicina somministrare: o obbedisce alle prescrizioni del suo dottore, oppure, non soddisfatto, se ne sceglie un altro. In ciò sta la sua garanzia. E in ciò sta anche la garanzia del popolo, per cui è la sua saggezza a dover essere soddisfatta.

[…] e l'onnipotenza della maggioranza sarebbe esercitata attraverso l'azione e la discrezione di una minoranza illuminata, responsabili in ultima istanza vero la maggioranza.

Ma non è possibile che comprendere e praticare la democrazia in questo spirito, e non secondo la sua interpretazione erronea, venga assicurato dalla pura e semplice costituzione della democrazia. Ciò dipende invece dal buon senso del popolo stesso. Se quest'ultimo può destituire i suoi governanti per una certa cosa, può farlo anche per un'altra. Il controllo finale, senza il quale non si può avere garanzia di buon governo, può, se così va al popolo, divenire lo strumento per la sua interferenza nel governo e per fare dei suoi legislatori semplici delegati che eseguono i giudizi preconcetti della maggioranza. Se il popolo si comporta in tal guisa, fraintende i suoi interessi. Un tale governo, sebbene migliore di molte aristocrazie, non è il tipo di democrazia che auspicano gli uomini saggi.

 

La sostituzione della rappresentanza con la delega è quindi l'unico e solo pericolo della democrazia.

 

tr. it. di P. Adamo, Bompiani, Milano 2005