Estrema sintesi del Tractatus logico-philosphicus (1921):

1) Il mondo è la totalità delle determinazioni empiricamente osservabili, le quali sussistono tra loro in relazioni non necessariamente influenti le une sulle altre.

 

2) Tali determinazioni sono (o vanno assunte come) non scomponibili, cioè inanalizzabili.

 

3) La logica (cioè il pensiero) è la totalità delle proposizioni (o immagini del mondo sensibilmente percepibili) che sono, in linea di principio, applicabili alle relazioni di cui consta il mondo.

 

4) La possibilità di tale applicabilità risiede nelle forme logiche, le quali non sono dette dette dalla logica (formulate, cioè, in proposizioni), ma si mostrano per così dire "intuitivamente" nel mondo (e nelle proposizioni stesse), come modalità di strutturazione delle relazioni tra determinazioni.

 

5) Mondo e logica hanno questo in comune: le forme logiche.

 

6) Dunque, mondo e logica non sono lo stesso, non coincidono. Piuttosto, essi si "toccano".

 

7) La verità è la realizzata applicabilità di proposizioni al mondo. Il fatto, cioè, che quelle proposizioni, confrontate con le determinazioni del mondo nelle loro relazioni, rispecchino le forme logiche tramite cui sono connesse (la struttura delle relazioni) e significhino adeguatamente le singole determinazioni.

 

8) Le proposizioni si suddividono in elementari (che dicono di una relazione di determinazioni) e composte (che dicono di una o più relazioni tra relazioni di determinazioni mediante i connettivi logici).

9) I connettivi logici dicono delle possibilità di verità delle proposizioni.

10) Qualsiasi inferenza dev'essere determinata a priori. La logica, cioè, può solo prendere atto di un nesso di causa-effetto, ma non può stabilire se esso sussista o meno.

11) In questa impossibilità consiste il libero arbitrio.

12) L'identità è la mera posizione di un oggetto (e del corrispettivo segno che, in una proposizione, lo significa). Se la si intende come identità tra due oggetti o due segni, essa è un nonsenso.

13) La logica non dice nulla di come vada il mondo (di quali relazioni, cioè, sussistano) ma solo che il mondo va (che ci siano relazioni e che si strutturino secondo forme ben precise).

14) Dell'applicazione della logica al mondo, la logica non può dire nulla.

15) Essendo il mondo la vita, e non essendo la logica il mondo, logica e vita sono separate.

16) La logica indica solo i limiti del mondo, ma questo, a ben vedere, lo fa già benissimo il mondo stesso.

16) Essa, per questo, è inutile.

17) La necessità che compete alla logica e alle sue forme, non compete al mondo.

18) Nulla nel mondo è necessario.

19) Le relazioni tra determinazioni, quindi, sotto questo rispetto non sono distinguibili. Esse sono tutte accidentali, sebbene si strutturino sempre secondo le stesse forme. 

20) Per questo, etica ed estetica sono nonsensi. Esse, infatti, pretendono di asserire la necessità di talune relazioni.

21) La morte non è parte del mondo. Il suo enigma, dunque, è un nonsenso.

22) Tuttavia, l'aldilà del mondo noi lo pensiamo. Esso è il Mistico.

23) Ma il Mistico dice solo questo di sé: che esso è un nonsenso destinato a non trovare sensatezza.

24) Al di là dei limiti del mondo non si può andare.

25) Significherebbe, infatti, pensare secondo le regole di una logica illogica.