Che cos'è il

 

dasein?


Tratto da Essere e Tempo

 

L'ente che si tratta di analizzare è quello che via via noi stessi siamo. L'essere di questo ente è via-via-il-mio. [...]

Ciò che via via importa a questo ente in se stesso è l'essere.

L'"essenza" di questo ente sta nel suo "da-essere". L"esser-che-cosa" (essentia) di questo ente, nella misura in cui se ne possa comunque parlare, deve essere concepita a partire dal suo essere (existenzia). [...]

L'"essenza" dell'esserci sta nella sua esistenza. I caratteri evidenziabili di questo ente non sono quindi "proprietà" sottomano di un ente sottomano avente questo o quell'"aspetto", bensì sue maniere via via possibili di essere, e solo questo. Ogni esser-così di questo ente è primariamente essere. Perciò il titolo "esserci", col quale noi designamo questo ente, non esprime il suo che-cosa, cme tavolo, casa, albero, bensì l'essere. [...]

L'esserci, quindi, non va mai inteso ontologicamente come caso o esemplare di un genere dell'ente sottomano. A questo ente il suo essere è "indifferente" o, per la precisione, esso "è" in modo che il suo proprio essere non può essergli né indifferente né non-indifferente.

L'esserci è via via la propria possibilità e non ce l'"ha" neppure come mera proprietà spettante a un ente sottomano.

[M. Heidegger, Essere e tempo, a c. di Alfredo Marini, Mondadori, 2006, pp. 68-69.]