Aut-Aut

di
Søren Kierkegaard




Una scelta estetica
non è una scelta. Scegliere è sopratutto una espres­sione rigorosa ed effettiva dell'etica. Sempre, quando nel senso più rigido si parla di un aut-aut, si può esser certi che è in gioco anche l'etica. L'unico aut-aut assoluto che esista è la scelta tra il bene ed il male, ma anche questo è assolutamente etico. La scelta estetica o è completamente spontanea, e perciò non è
una scelta, o si sperde nella molteplicità. Così quando una giovanetta segue la scelta del suo cuore, questa scelta, per quanto bella possa essere, in senso rigoroso non è una scelta, perché è completamente spontanea. Quando un uomo soppesa esteticamente una quantità di problemi vitali, come io ho supposto che tu facessi, non è facile che si giunga a un aut-aut, perché quando non si sceglie in modo assoluto, e cioè eticamente, si sceglie solo per il momento, e perciò nel momento seguente si può scegliere qual­che cosa d'altro. La scelta etica perciò, in un certo senso, è molto più facile, molto più semplice, ma in un altro senso è infinitamente più difficile. Chi vuol determinare eticamente il compito della propria vi­ta, in generale non ha una scelta molto vasta; invece per lui l'atto della scelta acquista una sempre mag­giore importanza. Se mi vuoi comprendere bene, posso dire che nello scegliere non importa tanto lo scegliere giusto quanto l'energia, la serietà ed il pathos col quale si sceglie. Con ciò la personalità si manifesta nella sua infinità interiore e si consolida nuovamente. Proprio per questo, benché l'uomo possa scegliere il falso, ciononostante, proprio a causa dell'energia colla quale ha scelto, scoprirà d'aver scelto il falso.

[S. Kierkegaard, Aut-Aut, a cura di Remo Cantoni, Mondadori, Milano, 2011, p. 15]

Mario Schifano, Aut-Aut, 1960
Mario Schifano, Aut-Aut, 1960