PAUL KLEE
La confessione creatrice
1920
L'arte non ripete le cose visibili, ma rende visibile. […]
In passato si rappresentavano cose visibili sulla terra, cose che volentieri si vedevano o si sarebbe desiderato vedere. Oggi la relatività delle cose visibili è resa manifesta, e con ciò si dà
espressione al convincimento che, in confronto all'universo, il visibile costituisca solo un esempio isolato e che ci siano, a nostra insaputa, ben più numerose verità. […]
L'arte è una similitudine della creazione [e] la fantasia, mossa da stimoli istintivi, ci finge situazioni le quali sono più ricche di suggerimenti e incoraggiamenti
delle situazioni terrestri a tutti note, ed anche delle situazioni ultraterrene di cui siamo consapevoli. […]
L'arte gioca con le cose ultime un gioco inconsapevole e tuttavia le attinge.
Paul Klee, La confessione creatrice, in Teoria della forma e della figurazione, a cura di J. Spiller, Feltrinelli, Milano, 1976, pp. 76-80