La Riforma Costituzionale

 

 

Pro e Contro

 

in vista del Referendum del 4 dicembre 2016

 

 

LEGGI PIÙ VELOCI

 

 

Dopo decenni di tentativi falliti, si supera il bicameralismo paritario, un unicum italiano. La riforma rende l'attività del Parlamento più rapida ed efficace: solo la Camera dà la fiducia e, di norma, approva le leggi. Il Senato ha solo 40 giorni per proporre modifiche.

L'ITER DELLE LEGGI

 

 

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CAOS IN ARRIVO

 

 

Il nuovo iter legislativo sarà confuso, le diverse materie di competenza di Camera e Senato non sono ben definite e si rischia la paralisi per i contenziosi davanti alla Consulta. Critiche anche alla modalità di elezione dei senatori tra i consiglieri regionali.



NESSUNA CONCENTRAZIONE

 

 

Non c'è nessun rischio di un'eccessiva concentrazione di poteri, le prerogative di premier e capo dello Stato (in particolare sullo scioglimento delle Camere) non sono modificate. La riforma consente invece di ridurre il ricorso ai decreti e ai voti di fiducia.

EQUILIBRIO DEI POTERI

 

 

2

PREMIER TROPPO FORTE

 

 

Dalla riforma nasce una sorte di “premierato assoluto” privo dei necessari contrappesi. A causa della combinazione con l'Italicum, tutto il potere andrà a un partito che rappresenta solo una minoranza degli elettori.



500 MILIONI

 

 

I sostenitori del Sì mettono in evidenza la riduzione dei senatori (da 315 a 95), il taglio delle indennità (restano i rimborsi trasferte), la cancellazione di Cnel e Province, la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali. Il governo stima un risparmio di 500 milioni.

RISPARMI DI SPESA

 

 

3

57 MILIONI

 

 

Si cita una stima della Ragioneria dello Stato del 2014 che limita a 57,7 milioni i risparmi. L'abolizione del Cnel è giudicata demagogica. La riduzione dei costi – si sostiene – poteva essere perseguita tagliando i deputati e abolendo del tutto il Senato.



STATO PIÙ FORTE

 

 

Viene semplificato il rapporto tra Stato e Regioni con l'eliminazione delle cosiddette “competenze concorrenti”. Materie come energia e trasporti tornano esclusivamente in capo allo Stato. Possibili deroghe per le Regioni giudicate più “virtuose”.

STATO E REGIONI

 

4

CENTRALISMO COSTOSO

 

 

Si ritorna a un centralismo “inefficiente e costoso”. Ci sarà la cancellazione del principio di sussidiarietà, la mortificazione degli enti locali. Con la “clausola di supremazia” lo Stato può centralizzare qualunque competenza regionale anche nel caso di enti virtuosi.



GIUSTA TUTELA

 

 

Il tema “immunità” viene di rado evocato dal Sì. La tesi comunque è che i senatori debbano avere le stesse guarentigie previste per i deputati, e cioè l'autorizzazione della Camera di appartenenza in caso di richiesta di arresto, perquisizioni e intercettazioni.

IMMUNITÀ

 

5

SCUDO PER GLI INDAGATI

 

 

Contestata l'estensione dell'immunità ai sindaci e ai consiglieri regionali che faranno parte del nuovo Senato, e che avranno uno scudo anche per l'attività svolta come amministratori locali. L'accusa, è di voler creare un Senato di “tutelati”.



PIÙ PARTECIPAZIONE

 

 

Il Parlamento sarà tenuto a deliberare sui disegni di legge di iniziativa popolare proposti da 150mila elettori. Cambia il quorum per il capo dello Stato per la validità dei referendum abrogativi: se richiesti da 800mila elettori, basterà il 50% più uno dei votanti alle urne politiche.

INIZIATIVE POPOLARI

 

6

MENO POTERE AI CITTADINI

 

 

Per i comitati del No si realizzerà una compressione della partecipazione popolare, in primo luogo perché le firme per le leggi di iniziativa popolare passano dal 50mila a 150mila. Giudicate troppe le 800mila firme per abbassare il quorum nei referendum.



QUIRINALE BIPARTISAN

 

 

I nuovi quorum per il capo dello Stato favoriscono la ricerca di una maggioranza ampia: fino al terzo scrutinio i 2/3 degli aventi diritto, dal quarto al sesto i 3/5 degli aventi diritto, dal settimo i 3/5 dei soli votanti. Oggi dal quarto scrutinio basta la maggioranza assoluta.

CAPO DELLO STATO

 

7

PARTITO PIGLIATUTTO

 

 

Nonostante i nuovi quorum, a causa della forte sproporzione tra i 630 deputati e i 95 senatori, la scelta del capo dello Stato (e degli altri organi di garanzia) sarà saldamente nelle mani del partito che vince alla Camera grazie al premio di maggioranza dell'Italicum.



LEGISLATURA COSTITUENTE

 

 

La Corte costituzionale ha confermato la legittimità giuridica di questo Parlamento e di quelli eletti con il Porcellum del 2006. questa legislatura – nata senza una chiara maggioranza – ha la sua ragion d'essere nella natura costituente.

PERCORSO RIFORMA

 

8

PARLAMENTO ILLEGITTIMO

 

 

Il Parlamento in carica, eletto sulla base di una legge dichiarata incostituzionale (il Porcellum) non aveva la legittimità per mettere mano a una riforma così ampia della Costituzione. Critiche anche all'iter parlamentare per aver forzato prassi e regolamenti.


Roma, 27 dicembre 1947 (Palazzo Giustiniani) Enrico De Nicola firma l'atto di promulgazione della Costituzione della Repubblica Italiana.
Roma, 27 dicembre 1947 (Palazzo Giustiniani) Enrico De Nicola firma l'atto di promulgazione della Costituzione della Repubblica Italiana.