L'ASPETTO FONDAMENTALE DELLA FILOSOFIA SOCRATICA

 

tratto da La filosofia dai greci al nostro tempo

 di Emanuele Severino


L'importanza dell'indagine socratica non sta nell'avere effettivamente definito il giusto, il bene, il bello o qualsiasi altra determinazione, ma nell'avere messo in luce che il sapere, di cui si è privi, potrà essere raggiunto solo a condizione che il suo contenuto si presenti come determinazione universale. E quindi come oggetto di pensiero.
Infatti l'universale non è qualcosa di sensibile (tale cioè che si possa vedere, toccare, udire ecc.): sensibili sono i particolari - ad esempio le singole azioni giuste, i singoli uomini, le singole case ecc. Ma la definizionedi "giustizia", "uomo", "casa" ( e cioè il "che cosa è" giustizia, uomo, casa) non è manifestata dal tatto, o dall'olfatto, o dalla vista, ma da quell'attività, diversa dai sensi, che è il pensiero. Pertanto la verità delle cose non potrà mai essere data dal loro aspetto sensibile, ma da ciò che il pensiero dice delle cose, ossia da quell'universale che il pensiero coglie in ogni sensibile e che, in quanto colto dal pensiero, si dice "concetto". Ci si deve quindi porre alla ricerca della verità, con l'intento di stabilire un sistema (un organismo) di concetti.

*** 

 

Un saggio di questa peculiare attitudine socratica lo si può ritrovare nel dialogo Ippia Maggiore di Platone

 

La testimonianza di Aristotele nella Metafisica