La posizione teorica e metodologica che campeggia nella filosofia del diritto del nostro secolo è, tuttavia, il positivismo giuridico. Per tale concezione, vero oggetto del diritto è la legalità, cioè la validità e la coattività delle norme giuridiche, mentre il problema della giustizia o della ingiustizia delle leggi è considerato di carattere morale, dunque extra-giuridico.

Concezione, questa, che non va confusa con l'idea che la validità delle leggi implichi già la loro giustizia nel senso dei due princìpi hobbesiani iustum quia iussum oppure non veritas, sed auctoritas facit legem.

Massimo esponente del positivismo giuridico è Hans Kelsen (1881-1973), che fu filosoficamente influenzato dal neokantismo del Baden e che ha svolto un ruolo decisivo nel processo di definizione e di autonomizzazione della filosofia del diritto. [...]

 

Sull'identificazione dello Stato con l'ordinamento giuridico si appunta la critica del positivismo giuridico dell'altra eminente figura di filosofo del diritto e politica del Novecento, Carl Schmitt (1888-1985).

 

Franco Volpi, Storia della filosofia, III, Laterza, Roma-Bari, pp. 343-44

 

 

PASSI SCELTI

 

I fondamenti della democrazia